Indennizzo per la malattia professionale, come ottenerlo. La storia di Olga, 43 anni, operatrice socio-sanitaria

Tutto è iniziato con un forte mal di schiena. “Avrò fatto un movimento sbagliato” ho pensato la prima volta. A chi non è capitato di darsi questa spiegazione?
Mi chiamo Olga, ho 43 anni e da 22 faccio l’operatrice socio-sanitaria in un centro medico di riabilitazione per disabili non autosufficienti. Adoro il mio lavoro, ma sollevare e mobilitare i pazienti per lavarli, vestirli o aiutarli a camminare ha avuto delle forti ripercussioni sulla mia salute.

Dall’anno scorso ho iniziato a soffrire di una lombo-sciatalgia molto fastidiosa che mi ha fatto insospettire. La risonanza magnetica che ho effettuato successivamente non ha lasciato spazio a dubbi: avevo un’ernia al disco, probabilmente causata dai continui sforzi fatti al lavoro.

Ma come potevo farmela riconoscere come malattia professionale e richiedere all’Inail l’indennizzo che mi spettava? Mentre scorrevo la bacheca di Facebook, mi sono imbattuta nella pagina del Patronato ACLI, così ho pensato di rivolgermi a loro.

Sul loro sito web ho scelto la sede più vicina a casa mia e ho prenotato una consulenza specializzata. Elena, l’operatrice con cui ho parlato non ha lasciato nulla al caso.
“In questo tipo di pratiche è molto difficile provare il nesso tra attività lavorativa e malattia – mi ha detto Elena – ma dopo la visita con il nostro consulente medico potremo accertare meglio l’entità del danno da richiedere all’Inail”. Elena mi ha anche aiutato a compilare tutta la documentazione necessaria e ora vivo la mia situazione con un pizzico di serenità in più.

Consulenza personalizzata
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